Il termine “intelligenza artificiale” (AI) si è molto sviluppato negli ultimi anni. Basicamente si tratta di macchine che attraverso il machine learning riescono ad elaborare grandi quantità di dati, a processarli e a rispondere in modo “autonomo” sulla base del contesto o dei risultati precedentemente ottenuti. La cosa sorprendente non è soltanto la rapidità con cui si ottengono i risultati cercati o richiesti, ma la capacità quasi “umana” di elaborarli. Per questo si parla comunemente di intelligenza artificiale perché riproduce alcuni aspetti dell’intelligenza umana quali il ragionamento, l’apprendimento e la creatività. 

I grandi benefici sociali e lo sviluppo economico a cui l’uso di questa tecnologia può condurre sono diventati di interesse mondiale, ragion per cui i governi nazionali dei Paesi industrializzati hanno destinato una gran parte di fondi di ricerca per sviluppare tools, software e applicazioni che possano servirsi di questa nuova tecnologia. Gli ambiti di applicazione sono tantissimi: dalla medicina, allo sport, alla produzione di testi, immagini e prodotti multimediali. Quella che si presenta come una nuova era di sviluppo tecnologico e sociale è già avviata e ovviamente, come tutte le novità sono ancora molti gli interrogativi che si pongono dinanzi ad un cambiamento così significativo.

Alcuni Governi e le imprese più importanti del settore tecnologico si stanno muovendo per cercare una regolamentazione comune all’archiviazione dei dati, alla loro gestione, e ad altre problematiche nuove come l’attribuzione del diritto d’autore, per esempio. Anche la Chiesa sta contribuendo a disegnare il nuovo futuro che si sta preparando. Infatti, alcune Istituzioni Pontificie come l’Accademia per la Vita, la fondazione no-profit RenAIssance, voluta dallo stesso papa Francesco nel 2021, e il suo recente magistero, hanno promosso studi, convegni, messaggi e documenti al fine di contribuire alla riflessione sull’uso etico dell’AI. L’obiettivo è pensare un’algor-etica, in modo che venga sempre posta al centro e salvaguardata la dignità della persona umana, e la tecnologia resti sempre a favore del bene comune e dello sviluppo dei popoli. Tra le iniziative più significative è da annoverare il recente documento Rome Call for AI Ethics, elaborato al fine di sviluppare un approccio etico all’Intelligenza Artificiale (AI) e promuovere un senso di responsabilità tra organizzazioni, governi, istituzioni e il settore privato. Il documento è stato accolto favorevolmente e firmato da Microsoft,  IBM, dalla FAO, dal Governo italiano e da Cisco, solo per citarne alcuni.

Dinanzi alle sfide comuni che si presentano, volgersi con nostalgia verso il passato non è l’attitudine migliore per affrontare il futuro. Piuttosto è opportuno agire insieme con responsabilità, sentendosi interpellati a modellare l’avvenire insieme alla comune famiglia umana a cui ognuno di noi appartiene. Il recente messaggio Intelligenza artificiale e sapienza del cuore: per una comunicazione pienamente umana diffuso da Papa Francesco in occasione della 58° Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali elenca alcune delle sfide principali che singolarmente e globalmente saremo chiamati ad affrontare nel prossimo futuro. Certamente non è possibile attualmente prevedere le risposte alle questioni che si impongono, ma prima di lasciare ai posteri l’ardua sentenza è opportuno giocare la nostra parte nel momento presente cominciando anzitutto conoscendo e familiarizzando con questa nuova tecnologia.

Nel libro Intelligenza artificiale. L’intervista che cambierà il tuo modo di pensare, disponibile in formato ebook su Amazon, è possibile conoscere più da vicino il modo con cui un’intelligenza artificiale genera le sue risposte alle nostre domande, capire i criteri che la regolano, le sue potenzialità, ma anche i limiti intrinseci che appartengono ad ogni invenzione umana per quanto sorprendente e geniale può apparire. Le brevi domande poste all’AI permettono, in modo agile e accessibile, di riflettere sul futuro che ci attende e di immaginare in che modo l’AI può contribuire ad aiutare l’uomo nel costruire la società di domani, nel contribuire alla pace e allo sviluppo dei popoli. Appare evidente che il vero rischio non è quello presentato dai film di scienza-fiction, in cui le macchine lottano contro gli uomini per dominarli, ma quello di un uso improprio di questa tecnologia da parte dell’uomo.    

La seconda parte dell’intervista interroga l’AI sul suo modo di comprendere le domande proprie dell’uomo, quali la dignità umana, la morte, la sofferenza, la felicità e l’amore.

A tutti coloro che hanno voglia di approfondire cos’è l’AI, o semplicemente sono appassionati di tecnologia e incuriositi sul futuro dell’umanità, auguro una piacevole lettura!

Vincenzo Marinelli, Dottorato in Teologia della Comunicazione

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